“Siamo un gruppo di uomini e donne con una visione comune e vogliamo intraprendere un percorso educativo nuovo ed inclusivo (con una nuova idea di presente e di futuro per i ragazzi e le ragazze di Palermo), che ponga al centro l'educazione come strategia permanente per far fronte ai continui cambiamenti della società”

Tutta la città educa!

Per mezzo delle sue istituzioni tradizionali, delle sue proposte culturali ed anche per mezzo della sua pianificazione urbanistica, delle sue politiche ambientali, dei suoi mezzi di comunicazione, del suo tessuto produttivo e delle sue imprese

la città che educa assume il cambiamento nel suo straordinario valore educativo

Le città hanno una storia, un presente e un futuro. Va incoraggiato il bisogno dei cittadini, adulti e bambini, ad essere attori attivi del cambiamento, conoscendo e facendo memoria del passato. Per questo occorre incentivare un dialogo giovani e adulti sulla storia della nostra città

La città che educa è una città sostenibile

Se noi intendiamo la natura come lo spazio di vita e di realizzazione dell’essere umano, allora dobbiamo dire che la persona, per vivere bene, deve essere coerente a questo ritmo della natura. Ma diciamo anche di più: l’essere umano stesso è momento della natura e non padrone della natura. Allora da questo punto di vista c’è una dimensione di euritmia, di conformità ai ritmi della natura, la riscoperta della connessione originaria che c’è tra natura ed etica

la città che educa è formata da componenti che hanno a cuore il benessere della propria comunità

sia dal punto di vista psico-fisico sia da quello delle relazioni sociali. Nella visione di una comunità ideale di una città che educa, elementi come empatia, solidarietà, ascolto e azione in aiuto sono indispensabili per creare armonia, condivisione e unione

la città che educa non è solo una questione
“da insegnanti”

Anzi! Quando parliamo di città educative dobbiamo ricordarci che i bambini sono degli ottimi educatori gli uni per gli altri, molto più di quanto gli adulti non riescano ad essere, e dobbiamo evitare l’errore che le scuole e gli insegnati siano le uniche risorse nel nostro discorso, senza sottovalutarne il ruolo importantissimo svolto. Imparare e insegnare sono attività sostenute dalla reciprocità;

la città che educa non relega l’educazione solamente ad alcuni contesti specifici

ma educa con le sue strade, con le sue piazze, con la sua segnaletica, con i suoi interventi di moderazione del traffico, con i suoi parchi, con le sue scelte urbanistiche; La città che educa non è una che vale per tutti, è complessa come l’umanità che la abita, non è sintetizzabile. È capace di essere molteplice in quanto luogo dove è possibile vedere cose e modi di vivere differenti, non riconducibili ad un’unica immagine

la città che educa è una città che reinventa e valorizza le relazioni

I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, i giovani e le giovani che necessitano di opportunità per sviluppare competenze all’interno delle proprie comunità, sia tra loro che con gli adulti nella pratica quotidiana.